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IL 24 DI APRILE 1994:
ANNO INTERNAZIONALE DELLA FAMIGLIA
Il Papa proclamò Beata a Elisabetta
Canori Mora il 24 aprile 1994, nel
contesto dell'Anno Internazionale
della Famiglia, presentandola come
esempio
e guida forte per i tempi attuali.
Elisabetta Canori Mora nasce a Roma,
il 21 novembre 1774. A 21 anni va
sposa
al figlio di Francesco Mora, medico
famoso. Lo sposo, Cristoforo, ha 22
anni
ed è avvocato. Dopo il primo anno di
matrimonio, Cristoforo si lascia
irretire da una relazione
extraconiugale con una donna di
modeste
condizioni, che lo porta alla rovina
economica. Elisabetta, per far fronte
ai creditori, al fine di salvaguardare
il buon nome del marito, é costretta
a vendere i suoi gioielli e, perfino,
il suo abito da sposa. Ha quattro
figlie, nate tra il 1796 e il 1801, di
cui sopravvivono solo due, Marianna e
Lucina. Calunniata dalle cognate e dal
suocero, che l'accusano addirittura
dei traviamenti del marito. Ed ella,
non solo perdona, ma con animo
generoso
aiuta in mille modi le stesse persone
che la fanno soffrire. Dal 1807 si
mette sotto la direzione spirituale
del P. Fernando di S. Luigi,
trinitario
di San Carlino. Entra allora nel Terzo
Ordine Trinitario dove gode dell'
amicizia con la Beata Anna Maria Taigi.
Muore il 5 febbrario 1825 e viene
sepolta nella chiesa di S. Carlino.
Anziché separarsene, sostenuta da una
forte esperienza di unione con Gesù,
Elisabetta viveva ogni giorno con
maggiore intensità l'amore per il
marito,
sentendosi responsabile del suo
destino e del destino delle figlie.
Traspare
nella sua vita la libertà interiore e
la gioia profonda della donna
coraggiosa che si lascia prendere per
mano da Dio-Trinità (Amore, Gioia,
Libertà, Vita) e riesce a ricostruire
con Cristo un amore del tutto nuovo,
sorgente della vera felicità.
Nell'ora della morte, avvenuta il 5
febbraio 1825, dopo anni di preghiere
e
sacrifici, Elisabetta ottenne dal
Signore la conversione del marito,
Cristoforo. Una conversione, questa,
così eclatante e radicale da
spingerlo
a inscriversi nel Terz'Ordine
Trinitario, a diventare frate
francescano
conventuale, e, addirittura, ad
accedere all'ordinazione sacerdotale.
E
morì - a Sezze - in odore di santità
l'8 settembre 1845! (Qualcuno ha detto
che potrebbe essere dichiarato patrono
dei mariti infedeli).
Elisabetta racconta di suo pugno, per
obbedienza al confessore, tutte le
carezze che riceveva dal suo
divin Sposo, Gesù Cristo, e dal Padre
e dallo
Spirito Santo, mediante lumi
interiori, prove indicibili,
consolazioni,
purificazioni, lotte, elevazioni,
inaudite persecuzioni diaboliche,
esperienze mistiche, disagi familiari,
prodigi. Apprendiamo con grande
sorpresa della sua straordinaria e
provvidenziale missione a sostegno del
papato in occasione delle invasioni
napoleoniche di Roma, per il bene del
popolo di Dio, per la pace della sua
città. Ella si è identificata con la
sua società, facendola propria nella
situazione di laici, famiglie,
ecclesiastici e religiosi. Nel suo
cuore tutti sono presenti, tutti sono
amati con passione; da tutti si sente
attratta, per tutti vuole consumare la
sua vita.
Il rapporto speciale di Elisabetta con
la divina misericordia è uno degli
aspetti che più colpiscono. «Arbitra
del mio cuore», la chiamava Gesù. La
sua intercessione si rivela
particolarmente efficace nei casi di
famiglie e
coppie divise, di rapporti compromessi
tra genitori e figli, di focolari
domestici mortificati dalla
disoccupazione, la povertà o la
malattia.
Il Card. Vicario Camillo Ruini alla
vigilia della beatificazione,
proclamava: «Il messaggio e la
testimonianza di Elisabetta Canori
Mora
devono illuminare e sostenere i
focolari domestici, i matrimoni e le
famiglie di oggi, bisognose di modelli
vivi di un amore fedele e oblativo,
liberante e salvifico fino all'eroismo.[...]
Invito i sacerdoti e i fedeli
della nostra Diocesi, in particolare
le famiglie, ad impegnarsi... per la
divulgazione di questa figura così
attuale».
Preghiera:
O Santa Trinità: Padre, Figlio e
Spirito Santo, sorgente suprema di
vita
soprannaturale e di santità, ti
ringrazio per i favori che hai
elargito ad
Elisabetta Canori Mora, dell'Ordine
Secolare della SS.ma Trinità,
colmandola
di fede, speranza e carità eroiche,
testimoniate nella sua provata
esistenza
di sposa e di madre. Con umiltà e
fiducia, ti supplico di concedermi la
grazia che chiedo, e di far sentire a
quanti la invocano l'efficacia della
sua intercessione. Per Cristo nostro
Signore. Amen.
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