IL SACRO PRESEPIO
(25 dicembre 2002)
«Diletta mia
figlia, gradita mia sposa,
vieni, entra e riposa nel casto mio
cuor.
Amata colomba, de' spiega il tuo volo,
il casto mio cuore tuo nido sarà;
e da questo momento la mia e la tua
volontà una istessa cosa sarà».
La notte del santissimo Natale, mi
portai alla chiesa per assistere alle
sacre funzioni di quella benedetta
notte. Mi prostrai dinanzi al mio Dio,
per poterlo in quella santa notte
lodare, benedire, ringraziare in
compagnia dei santi e degli angeli.
Andava ogni momento più crescendo la
gioia del mio cuore, l'intelletto
veniva rischiarato da interna luce e
lo spirito si andava ingolfando nella
penetrazione di questo divino mistero,
quando, si perdeva il mio povero
intelletto nel vasto oceano
dell'infinita carità di Dio.
Da mano invisibile fui condotta al
sacro presepio, sopra un monte, e in
certa lontananza vedevo quel piccolo
paradiso. Il chiarissimo splendore che
quel beato tugurio tramandava, rendeva
luminosa la valle contigua che ai
piedi del monte restava. Avrei voluto
volare tanto era il trasporto
dell'amore che sentivo verso il nato
Signore. Intanto l'amore disponeva il
mio cuore a fare qualunque sacrificio
per compiacere il divino Infante. Non
so ridire di qual grado fosse la fede,
la speranza, la carità, l'umiltà,
l'obbedienza, la purità, la povertà
che mi fu somministrata dallo Spirito
del Signore in quei preziosi momenti.
Fui trasmutata in guisa tale che io più
non conoscevo me stessa. Il mio povero
spirito ha preso una idea angelica,
che io stessa restavo ammirata, e
nell'ammirazione conoscevo il mio
nulla, lodavo e benedicevo l'infinita
bontà di Dio, dando tutto a Lui
l'onore e la gloria. E intanto mi
andavo avvicinando al beato presepio;
vidi quel beato tugurio ripieno di
splendidissima luce, molti erano gli
adoratori di quel grazioso Infante,
vedevo la suddetta valle, ripiena di
luce che tramandava dappertutto l'alta
magnificenza del nato Re del cielo,
che per amore dell'uomo si degnò
nascere in estrema povertà. .
L'amore mi portava rapidamente a Dio,
e Dio si degnava formare in me le sue
più alte compiacenze. In questo
felice momento mi promise la grazia
della corrispondenza. Oh, come il mio
cuore esultò a questa promessa!
(Dal Diario della Beata Elisabetta
Canori Mora)
***
Ai piedi del sacro presepio, ai piedi
del Salvatore, seguendo l'esempio
della Beata Elisabetta Canori Mora,
chiedo al Signore la grazia di
corrispondere con fedeltà al suo
amore.
Fa' o Signore che nessun bambino abbia
più a soffrire la fame, la miseria,
la sofferenza fisica, la guerra, la
cattiveria di gente senza scrupoli.
Ancora, Buon Natale. Alleluia! E
felice Anno 2003 all'insegna della
bontà e della Pace.
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