FESTA DELLA
BEATA ELISABETTA CANORI
MORA:
SAN CARLINO
(4 febbraio 2003)
". non curando né pioggia né
vento, mi portavo là con tanta soavità
di spirito che, nell'entrare in quel
sacro tempio, mi pareva di entrare in
un paradiso" ("Diario",
Beata Elisabetta, p. 118)
In quel sacro tempio, c'è Padre
Ferdinando di San Luigi Gonzaga
trinitario e, le parole del lodato
padre facevano in me cose molto
mirabili; avevano tanta efficacia che
erano sufficienti per unirmi con Dio.
È Padre Ferdinando, uomo di vita
esemplare, dotato di grande prudenza e
sensibilità; nasce a Mataró in
Spagna nel 1746, a quattordici anni
veste l'abito trinitario e nel
1777 è destinato a Roma al convento
di San Carlino, dove, dopo
l'ordinazione sacerdotale avvenuta nel
1778 ricopre importanti incarichi, al
servizio della Comunità trinitaria e
al servizio di Dio. È ministro, vice
Procuratore Generale, Postulatore
delle cause dei santi, Procuratore dei
Betlemiti presso la Santa Sede;
lavora, tra l'altro, per la causa di
beatificazione di San Giovanni
Battista della Concezione, riformatore
dell'Ordine Trinitario.
Muore nel 1829, compianto da tutti
coloro che ne hanno ammirato la salda
fede e la grande operosità
sacerdotale ed è sepolto nella chiesa
di San Carlino, nella quale
l'architetto Francesco Borromini
interpreta con spirito raffinato e con
temperamento critico tutto il suo
ingegno.
Nello stesso tempio, nella piccola
cappella a sinistra dell'altare
maggiore riposa la Beata Elisabetta
Canori Mora, con accanto la prodigiosa
immagine di Gesù Nazareno; le fa da
cornice una splendida tela di Giovan
Francesco Romanelli che rappresenta il
Riposo in Egitto.
Elisabetta, trinitaria secolare fin
dal 13 dicembre 1807, nel 1819 chiede
ed ottiene di essere ammessa nel
numero delle terziarie dell'Ordine
della Santissima Trinità. Innalzata
agli onori degli altari dal Sommo
Pontefice Giovanni Paolo II il 24
aprile 1994, è una figura esemplare
di donna, sposa e madre di famiglia,
vissuta a Roma tra il 1774 e il 1825.
Ci ha lasciato un dono prezioso: un
Diario autografo di inestimabile
valenza spirituale, grazie a Padre
Ferdinando che le impone di fargli una
relazione scritta di ciò che accade
al suo spirito. Elisabetta, per
obbedienza, scrive quotidianamente le
sue esperienze mistiche, frutto della
sua profonda fede e di un rapporto
speciale con il suo amorosissimo
Signore, e le espone in modo così
spontaneo e mirabile da rendere la
lettura del suo Diario estremamente
avvincente e coinvolgente.
Giovanissima abbraccia lo stato
matrimoniale sposando l'avvocato
Cristoforo Mora, appartenente ad una
delle famiglie più ricche e in vista
della capitale.
Questa opzione segna l'inizio della
vita di perfezione di Elisabetta e di
quella irregolare del marito.
Soffre per l'infedeltà del consorte;
la sua famiglia è ridotta all'estrema
povertà per i pessimi investimenti
del marito; è umiliata e derisa dai
parenti per la sua condotta esemplare
alla sequela di Cristo; rifugge dalla
vita mondana e spensierata delle
cognate e si dedica alla preghiera.
Sostenuta da una fede incrollabile di
cui Dio l'ha arricchita, pur patendo
pene indicibili, continua per la
strada intrapresa, guidata
mirabilmente da Padre Ferdinando.
È sempre pronta a soffrire e a
offrirsi quale vittima d'amore per il
prossimo, per la Chiesa, per il Papa e
per le anime purganti, sorretta dalla
volontà di farsi santa per godere per
l'eternità dell'Oggetto amabilissimo
della sua fede.
Trasforma una camera della sua casa in
cappella privata, per dare una degna
sistemazione a Gesù Nazareno, si
dedica all'apostolato della preghiera,
prega e soprattutto fa pregare le
numerose persone che ricorrono a lei
per consigli, preghiere e per il buon
esito degli affari.
In quel sacro tempio (San Carlino alle
Quattro Fontane, Via del Quirinale,
23, tel. 064883261), sarà celebrata
in suo onore una Santa Messa solenne,
martedì 4 febbraio 2003, alle ore
17'30, nella ricorrenza
dell'anniversario della sua nascita in
Cielo.
BEATA ELISABETTA, PREGA PER TUTTE LE
FAMIGLIE DEL MONDO!
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