Michele col Cuore di Gesù
8
giugno festa di San Michele dei Santi
(1591-1625): Patrono della Gioventù
Trinitaria
Tre
angeli adoranti contemplano la scena
impressa nella tela di ampie
dimensioni che la pittrice Amalia De
Angelis dipinse nel 1847 per la Chiesa
di San Carlino e che ancora oggi si può
ammirare nell’altare di destra della
Chiesa borrominiana.
Il
dipinto rappresenta un momento
particolare della vita di San Michele:
‘Gesù scambia il suo Cuore con
quello del Santo’.
San
Michele percorse nella sua breve vita
la via della perfezione in modo
mirabile, conquistando tutti col cuore
di Gesù. Nacque a Vich cittadina
della Catalogna, dove suo padre
ricopriva la carica di sindaco, il 29
settembre 1591. Rimasto orfano di
entrambi i genitori a undici anni,
espresse giovanissimo il desiderio di
essere frate, ma i fratelli più
grandi lo contrastarono.
Era
un ragazzo vivace, intelligente,
entusiasta, trascinatore, innamorato
di Gesù e amante dei poveri. Quando
non aveva niente da offrire, si
dedicava alla questua con altri poveri
per poter dare in elemosina il
ricavato.
A
tredici anni fuggì a Barcellona con
la complicità di un amico e, arrivato
in città, si lasciò guidare da un
soave rintocco di campane che lo
condussero alla Chiesa dei Padri
Trinitari dove chiese accoglienza e,
con il consenso dei familiari, un anno
dopo vestì l’abito bianco con la
croce rossa e blu sul petto: bianco
è il colore della veste candida di
biblica memoria, richiama sia l’uomo
nuovo che l’Uomo Nuovo; il blu ed il
rosso sono i colori del sangue e
dell’acqua sgorgati dal costato di
Cristo crocifisso.
San
Michele dei Santi ebbe l’esperienza
mistica dello scambio del cuore con
Gesù; molte testimonianze, fra cui
quella del suo confessore lo
attestarono nei ‘processi’.
Era
amato e rispettato da quanti ebbero
l’opportunità di conoscerlo. Il
dono delle esperienze mistiche era
fonte di sofferenza per lui,
soprattutto quando le stesse erano
manifeste agli altri. I fedeli non
volevano lasciarlo partire dalla città
di Baeza nell’Andalusia quando
l’obbedienza lo chiamò a Valladolid,
dove morì il 9 aprile 1625, in
prossimità della S. Pasqua, all’età
di nostro Signore Gesù Cristo.
Durante il funerale era tale la calca
dei fedeli per avere una sua reliquia
che per quattro volte i confratelli
gli dovettero cambiare l’abito.
Nella
storia dell’Ordine della SS.ma
Trinità, fatta anche di divisioni in
famiglie diverse, San Michele dei
Santi è stato un ponte d’incontro
per la rinnovata unione dell’Ordine
e di tutta la Famiglia Trinitaria.
La
Carità fece ardere d’amore anche il
cuore della Beata Elisabetta Canori
Mora che, come San Michele,
prediligeva i bisognosi, i malati e
gli ultimi della società.
La
carità la spingeva a visitare gli
ammalati negli ospedali e a portare
soccorso ai bisognosi; con l’aiuto e
l’appoggio della suocera,
distribuiva l’elemosina ai poveri,
sempre insinuando loro qualche massima
salutare e nessuno andava via dalla
sua casa a mani vuote.
Scrive
nel suo Diario spirituale in occasione
della festività di San Michele del
1816: “… Nell’assistere alla
Messa cantata nella Chiesa di San
Carlo alle Quattro Fontane, fui
sopraffatta da particolare
raccoglimento, dove mi parve di vedere
che dall’alto dei cieli scendesse
una moltitudine di angeli, che tutti
festosi
venivano per assistere al gran
sacrificio della Messa cantata da quei
buoni padri trinitari. Questi angelici
spiriti erano vestiti
uniformemente…con veste candida, con
croce rossa e turchina… erano una
quantità che occupavano tutta la
Chiesa, disposti in bell’ordine.
Al
Gloria della Messa mi parve di vedere
altre schiere angeliche, che festose e
giubilanti conducevano con somma
gloria ed onore il beato Michele. Il
beato era preceduto dai santi
patriarchi dell’Ordine Trinitario
(S. Giovanni de Matha e S. Felice de
Valois), e qual diletto loro figlio,
l’onoravano con dargli un posto a
loro immediato… lodavano e
ringraziavano la Santissima Trinità
per i favori concessi al nostro
glorioso santo…
I
santi patriarchi con autorevole
paterno comando mi obbligarono ad
approssimarmi a lui. Con santa umiltà
mi avvicino, e il beato Michele, preso
il lembo della sua cappa, me lo diede
a tenere nelle mie mani… Oh qual
meraviglia! Mi sento il cuore
tramutarsi da incendio di santo
amore… ”
E
il Signore le infonde tre gradi di
perfezione; scrive ancora nel suo
Diario: “la Fede mi fece conoscere
cose molto grandi di Dio, la Speranza
mi faceva sperare con ogni certezza il
sommo Bene, la Carità mi faceva amare
Iddio con tutta la forza e
l’ampiezza del mio povero cuore”,
a lode e gloria della
Santissima Trinità.
San
Michele dei Santi, prega per noi!
Prega
per tutti i giovani del mondo!
Prega
per la pace nel mondo!
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