LA PRIMA MESSA AL SAN CARLINO
( 15 giugno 2003)
SANTISSIMA TRINITÀ DEL 1641.
Nella
festa della Santissima Trinità del
1641 è stata celebrata per la prima
volta la Santa Messa nella
borrominiana Chiesa di San Carlino e
da allora si è riservato il
Santissimo Sacramento. Una chiesa
subito famosa nel mondo, carica di
misteri e segreti. Quanti avrebbero
voluto conoscere ed avere i ‘piani
di costruzione’ del San Carlino.
A
tale proposito, il famoso ‘Libro
della Fabrica’, ci racconta diversi
episodi.
“Alla
eletione di general delli Padri
Carmelitani Scalzi venne il Padre
Priore di Pariggi et, avendo visto la
chiesa nostra, fa chiamare al
superiore, che indegnamente era io, et
inanzi a me cavò una lista di cosse
degne di essere viste in Roma per la
fama sparsa in Pariggi, et al
principio legge la Chiesa di San carlo
alle 4º Fontane. Mi disse che lo
facessi gratia di darli il disegno di
detta chiesa, anco che domandassi
qualsivoglia interesse, perché in
ogni modo aveva di portarla a Frantia.
Io gli disse: Padre Molto Reverendo,
io ho desiderato haver il disegno per
mandarlo a Spagna al mio Padre
Generale, perché la mia Religione
desidera veder la architettura di
questa chiesa et, anco che il Signor
Francesco Borromino, che è lo
architeto di essa, è patron mio et
sonno più di sei anni che lo
supplico, non ha stato possibile mi
faccia questo favore, perché con le
occupazioni di fabbriche si trova
senza tempo di poterlo fare” (Libro
della Fabbrica).
Quell’amico
del Borromini, il P. Giovanni
dell’Annunciazione, morì come
Ministro del San Carlino nel 1644
senza ottenere quel favore.
Nemmeno noi conosciamo quel
disegno, è un segreto per tutti.
Chissà perché il Borromini ha voluto
mantenere un tale segreto. Una cosa è
certa che il primissimo disegno
preparato dal Borromini su questa
chiesa e presentato alla Comunità nel
1636, è lo stesso che lui ha
realizzato in quello che vediamo oggi.
“Così come era sulla carta, così
lo ha fatto, ed è quello che vediamo
in questa chiesa”. L’autore del
Libro della Fabrica questa frase la
ripete diverse volte.
Ma
i religiosi si opponevano ad un tale
progetto. Tutti erano unanimi nel
riconoscerlo bellissimo, ma troppo
dispendioso, si dicevano tra loro. E
non potevano credere al preventivo
presentato dal Borromini. Ma c’era
uno che ci credeva da vero, il P.
Giovanni dell’Annunciazione,
Ministro della Comunità. E ci credeva
tanto che ha fatto venire in comunità
il Signor Cardinal Francesco Barberini
per convincere i frati della bontà
del progetto. “Et si diede il
principio alli 23 di febbraro 1638,
secondo il disegno et pianta fatta del
Signor Francesco Borromino, architetto
di detto convento” (Libro della
Fabbrica).
Anche
se ci manca quel disegno del Borromini
è evidente che questa chiesa vuol
essere un inno di gloria alla
Santissima Trinità. Tutto in essa
parla della Trinità. Anzi per chi
conosce la Regola Trinitaria di San
Giovanni de Matha del 1198 non può
che restare incantato dall’immensità
di segni e simboli del Mistero Cuore
del Cristianesimo. Trinità e
Redenzione misticamente orchestrano
una sinfonia che in quest’opera
architettonica è sempre nuova e non
stanca mai. “Si trovò in Roma, alla
sede vacante della felice memoria di
Urbano VIII l’anno 1644 el
Eminentissimo Signore Cardinal Ricioli,
Arcivescovo di Lione di Frantia, et
come era arrivata a detta città la
fama della fabbrica di questa chiesa,
venne a vederla… Ci fu detto che su
Eminenza si deletava talmente di veder
la architettura di questa chiesa, che
sempre che le occupazioni li davano
logho veniva a ricrearsi vedendola…
Questa di San Carlo si, che mai da
fastidio, sempre pare che sia nova,
come Beda disse della essenza divina.
Dunche umbra pare che ha questa chiesa
di divinità, che talmente sacia e dà
gusto, vista che lascia apetito di
vederla” (Libro della Fabbrica).
Oggi,
dopo il restauro la secolarmente
celebre chiesa borrominiana, dedicata
alla Santissima Trinità e a San Carlo
Borromeo, ha acquistato il suo antico
splendore.
Gloria
Tibi Trinitas et captivis libertas!
Buona festa della Santa Trinità!
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