Cristo
nel cuore
Festività
di San Carlo Borromeo
Il
dì 4 novembre 1817,
festa
di San Carlo Borromeo,
si
trovava il mio spirito,
per
mezzo della grazia di Dio,
in
un intimo riposo;
stava
godendo quanto mai di bene
possa
godersi da creatura viatrice,
tanto
era perfetta l’intima unione che
godeva
del
suo Iddio la povera anima mia.
(Dal Diario della Beata Elisabetta Canori Mora)
Tre
nicchie fanno bella mostra nella
facciata al di sopra dell’ingresso
della Chiesa di San Carlo alle Quattro
Fontane, capolavoro di Francesco
Borromini: al centro è situata la
statua di Ercole Antonio Raggi che
raffigura San Carlo Borromeo
orante, opera del 1680.
San
Carlo Borromeo nacque ad Arona nel
1538 in una nobile famiglia di
tradizione cattolica; nominato
giovanissimo Cardinale e Arcivescovo
di Milano dal Sommo Pontefice Pio IV,
di cui fu il principale collaboratore
nel Concilio di Trento, contribuì in
maniera determinante a rendere
esecutive le deliberazioni che
scaturino dal Concilio stesso.
Uomo
di grande cultura, con infaticabile
zelo promosse studi, stroncò gli
abusi del clero, istituì orfanotrofi,
ricoveri per i poveri, scuole e
collegi; curò la conservazione delle
tradizioni liturgiche ambrosiane;
concepì il ministero episcopale come
un compito di natura educativa; fondò
il Collegio Borromeo di Pavia, il
Collegio dei Nobili e la Società
delle Scuole della Dottrina Cristiana
per l’insegnamento del catechismo.
Diede prova di grande fede e coraggio
soccorrendo personalmente gli
appestati durante la terribile
pestilenza che devastò Milano nel
1576, e vi morì nel 1584. Fu
solennemente canonizzato dal Papa Pio
V, il 21 agosto 1610.
La
Chiesa di San Carlo alle Quattro
Fontane è la prima Chiesa dedicata al
Santo dopo la canonizzazione.
La
Santa Fede è sempre stata viva nel
cuore della Beata Elisabetta Canori
Mora che, come scrive nel suo diario
“per questa Santa Fede sono sempre
pronta a dare il sangue e la vita, ed
in questa Santa Fede voglio vivere e
morire”. E prosegue “Si andava
preparando il mio povero cuore con
replicati atti di fede viva, di
speranza certa, di carità ardente; il
desiderio veemente mi teneva fuori di
me stessa: operavo sensibilmente per
abito, mentre mi mancava la
riflessione di tutto ciò che cadeva
sotto i miei sensi”.
La figlia più
giovane, Maria Lucina, depositaria
delle esperienze mistiche della madre,
ci documenta che “viveva in terra
come chi aspira dall’esilio alla
patria. Il suo cuore era tutto
consagrato alle cose celesti e la sua
vita, a tutta ragione, si poteva
chiamare vita di fede. Aveva tale
persuasione della verità di tutti i
misteri rivelati, che sembrava
piuttosto li vedesse, che li credesse.
Grande poi era il suo zelo nel
promuovere come poteva nel suo stato,
che fanciulli e ignoranti fossero
istruiti nella verità della Santa
Fede”.
Il Signore,
“in premio di questa sua tenerezza
verso la Santa Fede, volle ricolmarla
di giubilo e di contento
straordinario, dando ascolto alle sue
preghiere, dimostrandole con molte
rivelazioni le strepitose conversioni
che seguivano per suo mezzo”.
Allo stesso
modo la Beata Anna Maria Taigi perseguì
la perfezione con costanza e
perseveranza offrendosi vittima
d’amore per la redenzione e la
salvezza dell’umanità.
Scrive Don
Raffaele Natali “Si devono alla sua
viva Fede, con cui invocava la SS.ma
Trinità tante e tante prodigiose
guarigioni nell’infermi che visitava
nelle loro case e negli ospedali”.
Testimoniano
Padre Giovanni della Visitazione,
trinitario e Don Natali “Nella
Chiesa di San Carlo alle Quattro
Fontane accostandosi la Serva di Dio
per comunicarsi, accesa da ardente
carità verso il Suo Signore, volle la
Divina Bontà darle una prova della
corrispondenza ai suoi amorosi
affetti, staccandosi la Sacra
Particola dalle mani del sacerdote
mentre diceva le consuete preci, che
si dicono avanti la Comunione, ed andò
direttamente nella bocca della detta
Serva di Dio, che ferita d’amore fu
trasportata fuori de’ sensi.
Sorpreso il detto sacerdote narrò il
fatto, ed è stato raccolto con
testimonianza giurata”.
Scrive
un grande Santo “Se Maria fu beata
per aver concepito il corpo di Cristo,
lo fu maggiormente per aver accettato
la Fede nel Cristo.
Di
nessun valore sarebbe stata per lei la
stessa divina maternità, se lei il
Cristo non l'avesse portato nel cuore,
con una sorte più fortunata di quando
lo concepì nella carne”.
San
Carlo Borromeo prega per noi!
Beate
Elisabetta Canori Mora e Anna Maria
Giannetti Taigi pregate per noi!
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